“Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
Dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
Spazi di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo; ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e il suon di lei. Così tra questa
Immensità s'annega il pensier mio:
E il naufragar m'è dolce in questo mare.”
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Há muitas traduções deste poema para o português.
Li as de Ivo Barroso, Mário Faustino, Vinícius de Moraes e Haroldo de Campos.
Não consegui me decidir qual é a melhor delas para pôr aqui.
Farei a minha tradução quando tiver mais tempo...
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